Per molti il titolo non dirà niente, per altri invece, come me, che sanno cosa sia perché ci hanno speso ore e ore del proprio tempo, per studiarla e illustare le proprie preoccupazioni ai cittadini sui suoi contenuti, dice molto, in sostanza identifica cosa nel 2019 non andrebbe fatto in una una città se si vuole immaginare un futuro diverso, basato sulla green economy, e come dice il manifesto di Città Futura che noi appoggiamo:

La green economy rappresenta per l’architettura e l’urbanistica una scelta di fondo, imprescindibile e necessaria per trasformare le sfide – ecologiche e climatiche, ma anche economiche e sociali – in straordinarie occasioni di rilancio e riqualificazione delle città in Italia.

Come molti sanno il piano regolatore del comune di Gorizia è ormai vecchio e andrebbe quantomeno aggiornato, negli ultimi mesi della scorsa amministrazione, con la giunta presieduta da Romoli si è iniziato a parlare di una variante strutturale e ricognitiva e se ne erano addirittura votate in consiglio le sue direttive (da quasi tutti i gruppi presenti), il tutto a pochi giorni dalla fine del mandato;

…ma vediamo cos’è questa Variante 41…

La Variante 41 si poneva quindi l’obiettivo di aggiornare l’intero piano regolatore ridisegnando di conseguenza anche il territorio, già allora avevamo cercato di opporci alla visione proposta, che sostanzialmente era una visione che secondo il nostro punto di vista mostrava il territorio come una merce e non come un bene comune, da lì lo slogan “Gorizia città in svendita”, avevamo, (all’epoca come Gorizia in movimento) assieme al Forum Gorizia e a Possibile organizzato un incontro pubblico sul tema ed illustrate le nostre preoccupazioni, qui potete trovare le slide dell’incontro mentre qui un articolo dell’epoca.

Oltre a questo avevamo anche inviato una lettera al comune, nella fase di partecipazione deliberata, con le nostre osservazioni e suggerimenti per la predisposizione della variante, che potete leggere qui.

Con la nuova giunta, la variante ha sostanzialmente perso la sua prerogativa di “strutturale” individuando la propria azione su alcuni aree ben distinte, come la zona commerciale di via Terza Armata, proponendosi di incrementare gli spazi per il commercio non alimentare, in poche parole per i megastore.

Parte di quella variante non ha visto la luce, infatti nell’area di via Terza Armata sono rimaste le stesse limitazioni di prima, fino a questi giorni tutto sembrava ormai nel cassetto in vista di un futuro (molto lontano) nuovo piano regolatore, invece in questi giorni la Variante 41 torna a far parlare di se, questa volta a parlare è un imprenditore locale che da quanto si legge amareggiato per quanto è stato approvato, o meglio per quanto non è stato approvato.

L’imprenditore si fa portavoce dell’ira di alcuni imprenditori di via Terza Armata dopo che la variante 41 è stata “depotenziata” dal Consiglio comunale, denunciando l’impossibilità di aprire attività commerciali non alimentari di 1500 metri quadri, ritiene quindi che lo sviluppo di Gorizia sia frenato.

articolo-il-ritorno-variante-41

Qual’è questo sviluppo frenato a Gorizia?

C’è veramente qualcuno che crede che la soluzione per la nostra città sia un bel centro commerciale? Quando non esisteva il Tiare, il QLandia ecc, le prospettive c’erano, ma oggi? Vogliamo un altro superstore di cineserie? Perché sono queste cose che aprono, a Gorizia abbiamo tantissimi capannoni chiusi e gli unici che hanno aperto negli ultimi anni sono i cinesi, nessuno ricorda che una volta c’era il Buonacquisto? Il Brico? Ora? A chi porta lavoro questi negozi di cinesi?

Ma non ci sono già abbastanza negozi in giro? Ma dovete passare la vostra esistenza in un centro commerciale? Ma realmente a Gorizia non sapete dove andare a fare la spesa? Ma i negozi e il commercio in centro città volete che muoia definitivamente? Volete un centro ancora più vuoto di quanto sia oggi? ponetevele queste domande, e se vi date una risposta positiva vi consiglio di andare a vivere a Villesse, lì almeno avrete un mega centro commerciale sotto casa, fino a che chiuderanno anche quelli per via del e-commerce.

Su un altro punto sollevato dall’imprenditore invece sono d’accordo, il costo per cambiare destinazione d’uso, in quella zona è concesso la destinazione “servizi alla persona” quindi palestre, teatri, locali ecc, non dovrebbe essere pagato e il comune dovrebbe investire qualcosa in urbanizzazione, (servirebbe almeno un marciapiede).

La questione comunque è molto semplice, si tratta di avere una visione di futuro per la nostra città, che non può solo basarsi su qualche negozio cinese e qualche centrale termoelettrica o di trattamento rifiuti pericolosi, questo si chiama svendere il territorio.

Gorizia non è in svendita

Noi ci stiamo provando a disegnare un progetto per Gorizia.