Project Description

La proposta che vogliamo presentare nasce dall’esigenza che hanno molte città del nord, la riqualificazione delle caserme dismesse.
Gorizia, nella sua fattispecie di città di confine ha un nutrito numero di caserme, molte delle quali sottoutilizzate, altre addirittura dismesse.
Prendiamo ad esempio la caserma di via Duca d’Aosta, una parte di città centrale , completamente dismessa e che sta cadendo letteralmente a pezzi, perché non ridare quello spazio alla città e ai goriziani?

caserme da riprogettare 3

Lasciamo perdere per un attimo l’iter burocratico che in sostanza si riduce ad un mero passaggio di proprietà dallo stato al comune o altro ente che abbia la necessità/volontà di recuperare tali spazi.

Lasciamo perdere anche il lato economico, anche perché tutto si riduce ad una richiesta di finanziamento, magari di fondi europei per recuperare l’area per questo o quello.

Insomma, volendo è possibile, ma cosa fare?, ma sopratutto:

come fare?

è oggetto di questa proposta.

Un progetto di pianificazione condiviso e partecipato con i cittadini.

Per capire meglio di cosa si tratta vediamo ad esempio quanto successo a Trieste , perché di questo si tratta, quasi sempre, copiare le buone pratiche che hanno fatto gli altri.

Ringrazio l’amico Carlo Nanut per aver fatto questo resoconto:

UN BEL ESEMPIO DAL TERRITORIO TRIESTINO PER RECUPERARE EX CASERME ( CHE A GORIZIA C’E’ NE SONO A BIZZEFFE !!!)

Si voleva bonificare l;ex caserma Monte Cimone a Banne vicino a Trieste per poter ospitare i migranti e quindi costruire un centro di accoglienza. Ma i cittadini del luogo si sono opposti.

Hanno già visto che cos’è successo a Gradisca. Da anni i cittadini di Banne avevano chiesto di ripristinare quella che un tempo, ben prima dell’edificazione della caserma, era la tenuta dell’antica famiglia Burgstaller.

Qualche tempo fa cominciarono a immaginare proposte per la ricostruzione e per il ripristino del sito e l’uso significativo della caserma dismessa. Hanno affidato alla giovane architetta Sara Carciotti l’idea di un piano di sviluppo per l’area

Si tratta di un nuovo progetto di pianificazione, in cui la comunità è copartecipe. Prima di tutto, le persone che vogliono utilizzare il progetto fanno richiesta di cui hanno bisogno. Quindi si passa ad analizzare i dati raccolti, poi si redige un primo abbozzo di progetto che può essere modificato, ma non riguardo alla funzionalità delle singole parti.

Tale pianificazione innovativa tiene conto dei desideri concreti delle persone in modo che possano davvero poi sentire e sperimentare l’area come la loro. Non è quindi come se qualcuno senza consultarsi con la cittadinanza decidesse sullo sviluppo della comunità, ma è la comunità che coopera e decide insieme alle istituzioni sull’ambiente che lo circonda.

Il progetto porta il titolo di Parco pubblico del territorio e sarebbe destinato alle attività sportive e culturali, ad un esposizione della storia locale, al museo, all’asilo, agli orti collettivi, ad un orto invernale. Ci sarebbe posto anche per una piccola dimora per gli anziani e spazi per multiuso o per coloro che per qualche tempo hanno bisogno di un tetto. Intorno al parco sono previste anche piste ciclabili e comunque sentieri pedonali. Poiché c’è l’esigenza di demolire parte degli edifici militari, ci sarebbe l’idea di costruire con i materiali di scarto anche una piccola collina artificiale, su cui sistemare un punto di osservazione. È prevista anche la realizzazione di un labirinto, dei laghetti, dei frutteti e delle centrali eoliche, perché è una zona dove la bora tira forte.

Le strutture dovranno essere costruite gradualmente. In primo luogo saranno distrutte tutte le strutture militari, poi si passa a sistemare le superfici esterne. Quando le persone inizieranno a frequentare il parco, seguirà la costruzione di locali per altre attività. Tutti gli edifici saranno costruiti con pietra carsica e le pareti interne saranno di vetro in modo che la luce del giorno possa permeare l’interno dei locali.

Fonti: Piccolo del 30/12/2019, PRIMORSKI del 11/1/2020, Novi Glas del 16/1/2020