Sono passati più di 10 mesi dalla presentazione della petizione popolare per chiedere al comune norme più stringenti al insediamento delle così dette industrie insalubri a Gorizia, in special modo escludere quelle di prima classe, le più inquinanti, vediamo di fare il punto della situazione e vedere cosa è successo in questi 10 mesi e capire quanto siano realmente ascoltati i cittadini.

petizione industrie insalubri consegnata il 17 Gennaio 2019

Tutto è nato dalla volontà di fare qualcosa di concreto per salvaguardare l’ambiente e la salute di noi Goriziani, dopo che a nulla sono servite le proteste di noi cittadini agli insediamenti di impianti trattamento rifiuti speciali, centrali a biomassa e centrali termoelettriche a gas il tutto nelle immediate vicinanze di zone abitate.

Dopo molti studi e ricerche è stata elaborata la petizione in novembre 2018 e nei 2 mesi successivi sono state raccolte grazie all’aiuto di moltissimi goriziani più di 1600 firme, per chiedere una cosa semplicissima:

le industrie insalubri devono stare lontano dalle zone abitate

La petizione è stata presentata a norma dell’art. 75 dello statuto del comune di Gorizia che richiede almeno 200 firme e riporta inoltre:

Le petizioni e le proposte sono ricevute dal sindaco che assume i provvedimenti di propria competenza entro un mese oppure provvede immediatamente a farle sottoporre all’esame degli organi competenti, i quali sono tenuti a deliberare nel merito entro tre mesi.

Trascorso un mese dalla consegna e non avendo avuto nessuna notizia, viene organizzato un incontro per il 21 Febbraio invitando tutti i consiglieri comunale per fare il punto della situazione in quanto è il consiglio comunale l’organo competente in materia e sarebbe a mio avviso essere stato informato e coinvolto subito.
Il 21 Febbraio mi arriva come presentatore della petizione una mail del Sindaco con la quale mi informa che per il tema della petizione è stata predisposta istruttoria del competente ufficio tecnico e che sostanzialmente “l’Amministrazione comunale, preso comunque atto della petizione e proprio nel intento di dare una adeguata risposta alle istanze della cittadinanza, intende approfondire la questione nel ambito della formazione della prevista variante generale al PRGC (non escludendo di procedere a variante puntuale ove ne sussistano le ragioni), coinvolgendo anche i soggetti istituzionalmente preposti a supportare l’Ente nelle materie ambientali e igienico-sanitarie (ARPA e AAS)” e con la quale viene ricordato:

il comune: “il diritto alla tutela della salute e dell’ambiente, alla libertà dell’iniziativa economica privata e al lavoro sono tutti principi tutelati costituzionalmente che richiedono un continuo e vicendevole bilanciamento, senza pretese di assolutezza per nessuno di essi, nel rispetto dei canoni di proporzionalità e di ragionevolezza.

Mi chiedo: “ma chi fa poi questo bilanciamento? Certo non è compito del comune che anzi ha precisi compiti sulla salvaguardia della salute pubblica. Allora?

Seguono comunicati stampa, titoloni dei giornali e della cosa se ne occupa anche il TG3, da un lato il comune con in testa il Sindaco che affermano che la questione sarà discussa nel nuovo piano regolatore di cui non si conoscono le esatte tempistiche ed i promotori che insistono affinché la discussione arrivi in consiglio comunale organo rappresentativo dei cittadini, insomma si chiede solamente:

ma più di 1650 persone che hanno firmato una petizione avranno almeno il diritto che della cosa se ne parli in consiglio comunale?

Nulla, nessuna risposta ed intanto anche a Gorizia arriva l’onda ambientalista lanciata da quella ragazzina con le trecce che sta scuotendo il mondo intero e il 15 marzo Gorizia scende in piazza per il Friday for future, una delle manifestazioni spontanee più partecipate degli ultimi anni e che ha svegliato più di qualche coscienza, e che ha visto il corteo fermarsi proprio davanti al comune per chiedere più sensibilità per l’ambiente.
Si continua a chiedere che le petizioni(perché sono 2, una anche sul rumore ma ne parleremo) vengano portate in consiglio comunale e della cosa se ne occupa nuovamente il TG3, i 3 mesi entro i quali l’organo competente (il consiglio) dovrebbe deliberare, sempre secondo statuto, passano, e in consiglio non arriva nulla perché a Gorizia la giunta comunale ritiene diversamente.

Con delibera del 17 Aprile la giunta comunale ravvisa la propria competenza a deliberare in merito a riscontro della petizione e decide che la questione posta dalla petizione sarà presa in esame nell’ambito della revisione del Piano Regolatore Generale Comunale.

Oltre a questo delibera di disporre la conclusione del procedimento contestualmente alla comunicazione della presente deliberazione, al presentatore della petizione nonché ai Capigruppo consiliari, della cosa io non ho mai ricevuto nulla, ma questa è un altra storia, il punto è QUANDO se ne discuterà? Per noi che ci siamo battuti fino a quel momento è una delusione e continuiamo la nostra battaglia:

I promotori delle 2 petizioni: il Comune archivia i cittadini

Consiglio comunale del 7 Maggio: all’ordine del giorno ci sono 2 mozioni che chiedono che le petizioni vengano portate in consiglio, viene organizzato un presidio per far vedere che i cittadini ci sono e vogliono essere ascoltati.

Viene messo in scena uno dei più brutti episodi visti all’interno del consiglio comunale, una sceneggiata degna del peggior teatrino politico immaginabile, ma di questo ho già espresso la mia sconfortante opinione.
in sostanza la maggioranza fa cadere il numero legale e salta tutto per la gioia dei cittadini presenti da più di 2 ore in consiglio, che per un applauso dopo che è stata respinta una mozione che chiedeva fosse anticipato il punto che li riguardava invece di dover attendere ancora qualche ora sono stati tacciati come violenti e facinorosi, (quando si parla di distorsione della realtà, chi vuole vada pure a rivedersi il servizio del TG3).

Ovviamente non ci si fa prendere dallo sconforto, sfido chiunque a non farlo, e si continua sempre a chiedere che la petizione venga discussa in consiglio comunale.
Arriva il 3 giugno, giorno in cui viene recuperato il consiglio “fatto saltare” e in cui ci sono le 2 mozioni per chiedere che le 2 petizioni (industrie insalubri e rumore) vengano portate in discussione in consiglio, avete capito bene, che vengano almeno discusse:

1650 persone avranno almeno il diritto che quanto da loro firmato venga almeno discusso in consiglio comunale?

Memori della sceneggiata dell’ultimo consiglio comunale negli spalti c’era un religioso silenzio, nemmeno un cellulare che bippava, un piccolo colpo di tosse nulla, anche le mosche sembravano essere andate in vacanza, ci tocca sentire di tutto, comprese insinuazioni che chi ha raccolto le firme non ha spiegato a chi firmava cosa stesse firmando (una sorta di circonvenzione di incapace), o le romanzine per quanto accaduto l’ultimo consiglio (???), arriva in questo clima surreale il momento della votazione:

NO, la maggioranza decide che NO, adesso non serve portare nulla in consiglio.

Quindi Goriziani inutile che vi lamentate dello smog, dell’aria che respirate, del fumo e dell’odore che emettono le ciminiere, della vicinanza alle case, aree gioco, scuole, asili, di centrali termoelettriche a gas, a biomassa liquida o solida, che buttano via il calore prodotto, di impianti di trattamento rifiuti pericolosi, oppure se nell’aria o depositato sull’auto o sul bucato vedete del pulviscolo di dubbia provenienza, sono affari vostri.

Goriziani tenetevi le industrie insalubri

Da quel consiglio è emerso che esiste un documento che dichiara che quanto richiesto nella petizione sia inammissibile, quindi visto che non ci si deve mai arrendere come presentatore della petizione ho preparato, assieme agli amici del comitato promotore una lettera al sindaco per richiedere tale documento, che stranamente non mi era mai stato dato e visto che c’eravamo anche un istanza per chiedere che sia richiesto un parere alla regione (organo che approva i piani regolatori) sull’ammissibilità della petizione in modo da avere già un qualcosa di pronto per la stesura del nuovo piano regolatore, non è questo che vogliono fare?

Il 20 giugno presento l’istanza e la richiesta di accesso agli atti

Sempre secondo lo Statuto del Comune, per le istanze dei cittadini il tempo di risposta è due mesi, trascorsi i quali ovviamente ci si fa sentire e dopo un po’ di attesa ed un altra mozione in consiglio per chiedere che almeno qualcuno si degni di risponderci:

Il 25 settembre ricevo la mail con la risposta del Sindaco e l’istruttoria tecnica richiesta

Viene sostanzialmente ribadito che se ne discuterà nel nuovo piano regolatore ma viene comunque scritto dal Sindaco che:

“Modificare l’attuale Piano Regolatore introducendo nuovi limiti o esclusioni (qualsiasi essi siano) che immotivatamente (o senza approfondita istruttoria) rechino pregiudizio allo sviluppo di nuove attività o alle realtà già insediate, potrebbe determinare censure al parte del Tribunale Amministrativo Regionale, non potendosi escludere profili di responsabilità contabile in caso di soccombenza del Comune, in particolare per eventuali procedimenti già in corso. La strada più sicura è quella di riproporre il tema nel processo di revisione dello strumento urbanistico generale comunale che verrà svolto mediante un percorso partecipato, la cui costruzione è in corso. Nell’ambito di tale processo troveranno voce e ascolto i portatori di interesse e le relative istanze e suggerimenti che saranno oggetto di valutazione da parte del Consiglio comunale, in un quadro organico di sintesi tecnica.”

Per quanto concerne l’istanza presentata, cioè la richiesta di un parere in merito alla petizione alla Regione, non c’è nulla, ma allora mi chiedo perchè se si vuole percorrere la strada più sicura per un eventuale introduzione di quanto richiesto nella petizione:

perchè non viene chiesto un parere alla regione?

Nel dubbio uno potrebbe pensare che non sia nell’interesse di questa amministrazione introdurre nel piano regolatore delle limitazioni a questo tipo di industrie, ad oggi nessuno oltre ai cittadini ha mai proposto qualcosa del genere, sarebbe interessante che i gruppi e i partiti politici goriziani prendessero finalmente una posizione chiara a riguardo, sarebbe una bella manifestazione di trasparenza nei confronti dei propri elettori, chissà se a Gorizia vedremo mai qualcosa di simile.

Intanto a fine mese scade la proroga (la seconda) per la fine lavori dell’impianto di trattamento rifiuti pericolosi in via Trieste e chissà se ce ne sarà una terza…

Intanto siamo ancora in attesa dell’incontro con i cittadini promesso in consiglio comunale per informare della situazione della procedura autorizzativa della centrale termoelettrica…

Intanto siamo ancora in attesa di sapere dove sia e perchè non siano stati presi a riferimento i dati della centralina di rilevamento della zona industriale di S. Andrea…

…e intanto il tempo passa e del nuovo piano regolatore non se ne parla come non si parla del piano di zonizzazione acustica (l’altrapetizione) che come da dichiarazioni dovrebbe vedere la luce entro l’anno…