Novità dalla valle dell’Isonzo

Mercoledì 5 febbraio, i rappresentanti sanitari hanno consegnato le 593 firme sottoscritte dai professionisti medici di tutto il paese al Ministro dell’ambiente e della pianificazione territoriale sloveno Simon Zajc ed hanno avuto un colloquio con lui per più di un ora.

Nel documento si chiede al ministro una maggiore protezione ambientale nella valle contro ulteriori inquinanti. Si sottolinea il pericolo rappresentato dell’inquinamento avuto già nel passato e che ha ancora effetti sulla popolazione e all’emergenza presente, poichè l’impianto Salonit Anhovo ha aumentato la quantità dei rifiuti bruciati.

Come riportano le testate di Primorske novice e di Delo e il sito EkoAnhovo e di seguito riassunto:

Il direttivo dell’impianto Anhovo “s’impegna di cooperare in modo costruttivo’’ e “s’impegna a trovare le migliori soluzioni per la valle del’Isonzo’’. Ha anche dichiarato che l’impianto è pienamente conforme alla legislazione europea e che il loro cementificio è uno dei più efficienti dal punto di vista ambientale
nell’Unione Europea.

Ma per la dottoressa Metoda Dodič Fikfak, presidente dell’Istituto clinico di medicina del lavoro, dei trasporti e dello sport di Lubiana, non convincono le spiegazioni e le previsioni del ministro.
“Sono delusa di sentire quello che sento già da 20 anni’’, ha detto ai giornalisti. Il ministro parla della mancanza di denaro, della ricerca per identificare aree degradate, delle bonifiche pianificate e simili. Nella valle dell’Isonzo, oltre all’amianto, c’è anche il pericolo del cromo sei, che può causare cancro ai polmoni, dice il medico, e l’inalazione di grandi quantità della sostanza può causare sintomi starnuti, tosse e sensazione di irritazione, bruciore. I medici della valle dicono che quotidianamente incontrano pazienti con fibre di amianto nel corpo e che ora sono a rischio anche per i rifiuti che vengono bruciati e che provengono da fuori regione, soprattutto dall’Italia e dall’Austria.

Alla chiamata dei medici si è unito anche il partito Levica, che ha annunciato la convocazione di una riunione urgente del comitato per la salute e del comitato per le infrastrutture, l’ambiente e la pianificazione del territorio. Qualsiasi ulteriore coincenerimento nello stabilimento di Salonit Anhovo Cement in condizioni diverse da quelle in cui avviene l’incenerimento nell’inceneritore è inaccettabile, affermano. È anche inaccettabile che la popolazione stia soffrendo di un ulteriore aumento della produzione di “clinker” per le cementerie italiane e del conseguente aumento del coincenerimento dei rifiuti presso la cementeria di Salonit Anhovo.

Solo nel 2018, Salonit Anhovo ha incenerito poco più di tre volte i rifiuti del più grande inceneritore, quello di Celje, le emissioni di ossido di azoto sono ottantacinque volte superiori, le emissioni di composti organici quasi mille volte superiori e le emissioni di ossido di zolfo ventidue volte più alte. Marko Rusjan, consigliere nel Comune di Nova Gorica, dice che forse l’unica cosa da fare ormai, è chiedere il dibattito e l’intervento del Parlamento.

Bogomir Bavdaz, presidente di Eko Anhovo, si rammarica che la popolazione della valle dell’Isonzo abbia avuto finora sostegno nella lotta contro l’inquinamento da altre parti del paese e non dalle autorità locali. Ora non c’è famiglia nella valle che non abbia avuto almeno un malato o addirittura un morto a causa del cancro ai polmoni, del mesotelioma, dell’asbestosi. Quando il medico di base ne scopre un caso con malattia e prescrive la terapia, ne saltano fuori subito altri
quattro o cinque nuovi.